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Al via il tax credit per il cinema italiano

L’articolo, scritto per il quotidiano la Repubblica, analizza le disposizioni applicative in materia di credito di imposta per le imprese di produzione cinematografica ed audiovisiva.

L’articolo introduce i primi profili applicativi dei nuovi incentivi in arrivo sotto forma di credito d’imposta per le imprese di produzione e distribuzione cinematografica e audiovisiva.

Con un intervento finalizzato ad incentivare e stimolare la crescita del settore cinematografico e audiovisivo in Italia sono stati infatti pubblicati in Gazzetta Ufficiale n. 120 del 25 maggio 2018 i due Decreti Ministeriali del Mibact del 15 marzo 2018 (DM imprese di produzione e DM imprese di distribuzione e sale cinematografiche). 

A disposizione del Tax credit Cinema circa 227 milioni di euro dei 400 milioni complessivamente previsti nell’ambito del Fondo Cinema e Audiovisivo per il 2018.
Pochi giorni prima del giuramento del nuovo Governo, entra in vigore l’incremento del sostegno statale all’industria cinematografica e audiovisiva con l’obiettivo, da un lato, di disciplinare l’assetto normativo delle agevolazioni destinate alle imprese di produzione cinematografica ed audiovisiva di cui all’art. 15 della L. 220/2016 e, dall’altro, di definire le disposizioni applicative degli incentivi per le imprese operanti nel settore cinematografico e audiovisivo di cui agli artt. 16, 17 comma 1, 18, 19  e 20 della L. 220/2016.

Decreto 1: DM imprese di produzione

Il primo DM riconosce un credito d’imposta – per un massimo annuale di 1 milione di euro per impresa (il doppio per gruppo di imprese) – pari al 30% dell’apporto in denaro erogato da società e imprenditori individuali ad imprese di produzione cinematografica, in relazione ad investimenti per la produzione di opere cinematografiche. Il credito si estende anche agli  organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR), ovvero società di capitali sottoposte a vigilanza prudenziale che investono nel settore audiovisivo.


Decreto 2: DM imprese di distribuzione e sale cinematografiche

Con il secondo DM vengono riorganizzate e disciplinate altre forme di agevolazioni, soprattutto legate al mondo della distribuzione cinematografica.

  • Imprese di distribuzione e nell’esercizio cinematografico

Il credito per le imprese di distribuzione cinematografica sarà non inferiore al 15% e non superiore al 30% (elevata al 40% per casi specifici) – per un valore massimo di 2 milioni di euro all’anno – delle spese complessivamente sostenute per la distribuzione nazionale e internazionale di opere cinematografiche e audiovisive. L’incentivo è riservato imprese di distribuzione cinematografica e di distribuzione audiovisiva che abbiano sede legale nello Spazio Economico Europea, siano soggetti a tassazione in Italia e siano in possesso della classificazione ATECO J 59.1.

Per quanto concerne il credito destinato alle imprese nell’esercizio cinematografico, il beneficio – non inferiore al 20% e non superiore al 40% delle spese sostenute, variabile sulla tipologia di investimento effettuato e sulla base del richiedente – è vincolato alla realizzazione di nuove sale, al ripristino di sale inattive, alla ristrutturazione e adeguamento strutturale e tecnologico delle sale cinematografiche ed alla installazione, ristrutturazione, rinnovo impianti, apparecchiature, arredi e servizi accessori delle sale.

Di pari tenore anche l’agevolazione riconosciuta per il potenziamento dell’offerta cinematografica, ovverossia riservata agli esercenti delle sale cinematografiche fino ad un massimo del 20% degli introiti derivanti dalla programmazione di opere audiovisive (al netto dell’IVA). 

  • Attrazione investimenti esteri

L’ultima agevolazione riguarda il tax credit riconosciuto alle imprese italiane di produzione televisiva e di post-produzione per l’attrazione in Italia di investimenti esteri. In questo caso, il beneficio (in misura non superiore al 30%) viene concesso per la produzione in Italia di opere audiovisive utilizzando manodopera italiana o proveniente dall’Unione Europe, su commissione di imprese di produzione non residenti sul territorio italiano.

La misura massima del credito d’imposta riconosciuto non può eccedere i 20 milioni di euro per anno (indistintamente, per singola impresa o per gruppo di imprese).

  • Imprese di produzione indipendenti 

Capitolo a parte per gli incentivi concessi alle imprese di produzione cinematografica e produzione audiovisiva indipendenti, ricomprendendo, tra i produttori “indipendenti”, coloro che svolgono attività di produzione audiovisiva, non controllato da, o collegato a, fornitori di servizi media audiovisivi soggetti alla giurisdizione italiana e che, alternativamente, per un periodo di tre anni non destina più del 90% della propria produzione ad un solo fornitore di servizi media audiovisivi (titolare di diritti secondari).

Tra i requisiti richiesti, in aggiunta a quelli per le imprese di distribuzione: non essere costituiti in forma di associazione culturale o fondazione senza scopo di lucro, avere capitale sociale minimo (interamente versato) e patrimonio netto non inferiori a 40mila euro. Possono accedere al credito d’imposta le opere cinematografiche o film, le opere audiovisive destinate al pubblico tramite emittente televisiva nazionale e le opere audiovisive per mezzo di un fornitore di servizi media audiovisivi su altri mezzi. Il credito – generalmente non inferiore al 15% e non superiore al 30%, ma con specifiche eccezioni che possono farlo crescere fino al 60% – è calcolato in relazione al costo complessivo di produzione di opere cinematografiche e audiovisive. Anche in questo caso, gli investimenti qualificanti sono rappresentanti da produzioni di nazionalità italiana e denominati da specifici requisiti di eleggibilità culturale elencati negli allegati al decreto.

La Direzione Generale Cinema del MIBACT (DG Cinema) rivestirà quindi un ruolo fondamentale in quanto al riconoscimento del credito d’imposta verificando le spese sostenute secondo la tipologia di attività qualificante.
Infine, per creare un flusso di investimenti che possano circolare tra operatori del settore e investitori esterni, sarà possibile cedere i crediti d’imposta (previa attestazione rilasciata dalla DG Cinema) ad intermediari bancari (incluso l’Istituto per il credito sportivo), finanziari e assicurativi sottoposti a vigilanza prudenziale, che in qualche maniera permetterebbe agli operatori di monetizzare in via anticipata una quota degli investimenti effettuati sotto forma di credito d’imposta