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Cristiano Ronaldo alla Juve? Con soli 100mila euro potrebbe pagare tutte le tasse sui guadagni all’estero

L’articolo, scritto per il quotidiano la Repubblica, analizza i profili applicativi del regime dei neo-residenti, ex art. 24-bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, nel caso specifico di sportivi professionisti.

In attesa che trovino conferma le notizie su un imminente trasferimento in Italia di Cristiano Ronaldo, non si placano le voci sui motivi che avrebbero spinto il campione portoghese a considerare l’ipotesi di abbandonare la gloriosa camiseta blanca dopo 9 stagioni di successi per abbracciare (come sembra probabile) la causa bianconera.

Già nell’immediato post partita della finale di Champions League vinta a Kiev contro il Liverpool, il calciatore aveva esternato pubblicamente il prossimo addio a galacticos, in quella che ai più sembrava l’anticamera dell’ennesima estate di passione madridista con il portoghese determinato ad ottenere un cospicuo ritocco dell’ingaggio che lo avvicinasse allo stipendio percepito dal rivale di sempre, Lionel Messi. In realtà, dietro alla decisione di Cristiano Ronaldo, sembrerebbe esserci molto di più. Ovvero la vicenda che lo ha visto difendersi dalle accuse di frode fiscale mosse dall’agenzia delle entrate spagnola per non aver dichiarato 14,7 milioni di euro proventi dallo sfruttamento dei diritti di immagine del portoghese e che, sempre secondo l’accusa, sarebbero stati dirottati su alcune società delle Isole Vergini Britanniche per occultarli agli occhi del fisco spagnolo. Con la definizione di questa vicenda, che secondo il quotidiano spagnolo Marca dovrebbe chiudersi con il pagamento di una multa di 18,8 milioni di euro, per il campione portoghese potrebbero aprirsi quindi le porte dell’Italia, calcistica e non, sfruttando l’assist fornito dal fisco nostrano con l’introduzione di un regime opzionale di imposizione sostitutiva volto ad attrarre sul territorio dello stato gli investimenti, i consumi ed il radicamento di nuclei familiari ed individui ad alta capacità contributiva.

Possono infatti beneficiare della norma le persone fisiche che trasferiscono la residenza fiscale in Italia ai sensi dell’art. 2, comma 2 del testo unico delle imposte sui redditi e che non siano state residenti in Italia per almeno nove delle dieci annualità precedenti l’inizio di validità dell’opzione. Il regime ha una durata massima di quindici anni ed è revocabile in qualunque momento senza il pagamento di penali, quindi pienamente fruibile da un calciatore per il tempo minimo di permanenza nel club italiano. È inoltre prevista la possibilità di estendere l’opzione ai familiari, versando un’imposta forfettaria di 25mila euro a persona in luogo dei 100mila euro dovuti dal contribuente principale.

L’adesione al regime dà inoltre l’opportunità di non riportare nel quadro RW della dichiarazione dei redditi le attività detenute all’estero (come, al contrario, è tenuto a fare ogni persona fisica residente in Italia che detenga beni al di fuori dello stato italiano suscettibili di produrre redditi imponibili), garantendo così un assoluto livello di privacy e beneficiando al contempo di un’esenzione dal pagamento delle imposte Ivie ed Ivafe che colpiscono la ricchezza costituita dal patrimonio estero su immobili ed attività finanziarie. Inoltre, coloro che trasferiscono la residenza fiscale in Italia possono usufruire di un’esenzione dal pagamento delle imposte sulle successioni aperte e le donazioni effettuate nei periodi di validità del regime, in relazione agli assets localizzati al di fuori dei confini nazionali. Resta, in ogni caso, ferma la possibilità di escludere dall’applicazione dell’imposta forfettaria sostitutiva i redditi prodotti in uno o più stati esteri: in questo caso tutti i redditi provenienti da tali stati saranno assoggettati a tassazione ordinaria Irpef secondo le regole ordinarie vigenti per le persone fisiche residenti in Italia.

Con un occhio di riguardo al mondo degli sportivi, il regime si presta anche ad una gestione più oculata della politica di sfruttamento dei diritti di immagine, laddove un calciatore neo-residente in Italia potrà beneficiare sia della tassazione forfettaria con imposta sostitutiva che della disapplicazione della norma anti-elusiva sulle società controllate estere residenti in stati o giurisdizioni a fiscalità privilegiata, qualora lo sportivo abbia ceduto i diritti di sfruttamento della propria immagine a società a lui direttamente riconducibili.

In ogni caso, un aspetto strategicamente importante è costituito da una valutazione preventiva sulla natura e la provenienza delle fonti reddituali percepite dal neo-residente: il primo aspetto servirà per valutare l’eventuale presenza di redditi subordinati a specifiche norme anti-elusive (le plusvalenze relative a partecipazioni qualificate realizzate nei primi 5 anni di validità dell’opzione non possono in alcun modo beneficiare della tassazione sostitutiva ma rientrano ancora nel regime ordinario Irpef); il secondo aspetto servirà per distinguere, anche in un’ottica di pianificazione fiscale e di convenienza per l’opzione al regime da parte della persona fisica, tra redditi di fonte domestica e redditi di fonte estera. In ogni caso vi è sempre la possibilità di interpellare l’Agenzia delle Entrate per verificare, a priori, la sussistenza dei requisiti minimi per poter aderire al regime.

Dunque, al netto delle tasse che saranno pagate sul compenso corrisposto dal club di appartenenza per le prestazioni sportive e che sconteranno l’ordinario regime di tassazione Irpef secondo le regole vigenti per le persone fisiche residenti in Italia, Cristiano Ronaldo dovrebbe versare al fisco domestico la sola imposta sostitutiva di 100mila euro all’anno sull’ammontare complessivo dei redditi di fonte estera prodotti dalla galassia del marchio CR7 (diritti di immagine, proventi da pubblicità e sponsorizzazione, redditi di natura finanziaria o immobiliare, etc).

Certamente un bell’incentivo al trasferimento in Italia del campione portoghese e, si spera, anche un assist per il calcio italiano, da troppo tempo alle prese con un complicato commissariamento in FIGC e alla disperata ricerca dei fasti perduti degli anni ’80-’90.